22 Maggio 2006

BOCA DE TOROS – ALMIRANTE – COSTA RICA

Dopo aver attraversato due ponti in ferro costruiti molti anni fa per il treno bananiero e oggi riadattati alla meglio, eccoci di nuovo in frontiera ad esibire i nostri passaporti ormai consumati dall’uso.
Arriviamo a Bribri ed optiamo per una sosta in banca che anche qui come in tutti i paesi arretrati sono affollatissime, ci congeliamo ma raggiungiamo l’obiettivo uscendo con un bel gruzzolo. Puerto Viejo da lontano non sembra cambiato ma entrando in paese percepisco la negativita’ della modernizzazione. C’e’ l’asfalto ora ed i piccoli dislivelli dei marciapiedi di Helmut mi riportano indietro nel tempo. Cerco la casa di Giorgio il veneziano,la casa e’ li ma lui no chissa’ dov’è finito col suo viso da furetto. Nulla, il passato e’ passato ed il presente e’ migliore dice Vanni … il futuro lo sarà ancora di più. Vado a casa di Cesare per cercare Jenny, poi mi fiondo da Leo il bresciano, ed è una incantevole certezza. Come sempre fiori, fiori, e ancora fiori una marea di fiori, e poi ancora il verde, verde, e ancora i suoni della prima foresta , che uno sconosciuto maestro armonizza in un unico concerto. E’ tutto ok.

23 Maggio 2006

PUERTO VIEJO

Svegliarsi nella cabana del Cariblu di Leonardo non è male, una densa penombra ci protegge dalla luce forte di questa giornata di sole, mentre dalle finestre a graticcio si intravede il verde del giardino che ci circonda. Siamo stanchissimi senza motivo, come se percepissimo solo ora il disagio delle nostre notti in barca. Decidiamo di fare esattamente ciò che abbiamo voglia di fare..cioè poco più di nulla, ci sistemiamo nella veranda qui fuori e mentre Vanni si culla sull’amaca io archivio qualche foto. Rivedendole mi rendo conto di quanto sia stata bella la Bolivia. Usciamo solo nel primo pomeriggio, arrivando alla spiaggia qui di fronte. Poche persone assistono allo show di grandi onde in sequenza, cautamente ci avventuriamo tra la schiuma che ancora con forza ci trascina verso riva. Ecco Vanni che ritorna con due piadine al salame ed una coca, proprio sembra di essere in Romagna qui a Puerto Viejo…anche ieri sera abbiamo cenato in un ristorante di un paio di ragazzi riminesi…mi chiedo come si possa vivere qui così a lungo…in fondo non c’è nulla di veramente bello qui. La scelta di Jenny per la cena è davvero ottima, il livornese della “pecora nera” ci conquista con i suoi manicaretti ed il buon vino, ma la vera squisitezza della serata è proprio Jenny, simpatica e intelligente, sento un bel feeling con lei e mi accorgo di quanto mi manca il femminile…le mie care amiche italiane. Serena, la figlia di tre anni è un amore di bambina e sopporta stoicamente le nostre interminabili chiacchiere senza disturbare…poi si perde curiosa all’inseguimento di un grosso granchio che cammina nel ristorante…vorrei poter provare anch’io come lei, la gioia di essere madre.

24 Maggio 2006

PUERTO VIEJO – SAN JOSE’ DE COSTA RICA

Le zanzare mi hanno divorata. Il caldo è un peso enorme sopra di noi..mi sembra di pesare 200 kg quando provo a scendere dal letto per accendere la pala che dal centro della stanza lentamente inizia a spingere l’aria verso di noi come una carezza. Quando mi avvicino a Vanni sento dal suo respiro che è ancora troppo presto per una coccola ma inizio a tormentarlo un po’ per accelerare i tempi e lui reagisce, come sempre positivamente.
Partiamo con calma verso Puerto Limon , prima tappa sulla strada per la capitale. Percorriamo la litoranea martoriata dalle buche che costeggia un bellissimo oceano spumeggiante che intravediamo dietro i palmeti sul lungomare. Entriamo a dare un’occhiata, ma Puerto Limon assomiglia alle tante altre piccole cittadine del Centroamerica viste strada facendo…solo qualche bella bancarella carica di frutta ne vivacizza la povertà dell’immagine. Iniziamo a salire …la capitale è in quota, credo 1600m, arrivano i soliti nuvoloni neri e la temperatura inizia a scendere. Vanni continua a tossire, è serio e non parla quasi nemmeno se interrogato…malattia depressione o misoginia? Chi può dirlo? Una prima passeggiata per le strade del centro di San Josè non ci convince…questo Costa Rica finora non mi è piaciuto…forse sono un po’ viziata dai bellissimi posti visti in passato.

25 Maggio 2006

SAN JOSE’ DE COSTA RICA

La giornata inizia all’insegna della ricerca di voli aerei per New York o Bologna o entrambe le destinazioni…la necessità di lasciarci alle spalle le troppe giornate di pioggia ed i cieli che improvvisamente si tingono di un grigio cupo è forte. Alitalia, American airlines, Iberia, e poi Eurofly in internet, la ricerca è sistematica ma i risultati ci portano verso costi altissimi, e siccome l’idea di una anche se breve sosta a New York ci alletta prendiamo tempo per non abbandonare subito il progetto. Da mesi Vanni anela alla visione di un musical e quale migliore opportunità se non questa.. Decidiamo di lasciare sedimentare le informazioni raccolte in fondo abbiamo la fortuna di avere tempo e potrebbe sempre succedere che qualcosa di nuovo e imprevisto ci risolva il dilemma. Ci dedichiamo quindi alle cose che amiamo…e per recuperare un po’ di sano buonumore Vanni si dedica alla Carolina ed io al museo di disegno ed arte contemporanea. Ci ritroviamo al nostro nido presso il Best Western Down Town solo qualche ora più tardi con una sorpresa, Vanni sfoggia un paio di baffetti alla commissario Montalbano, la cosa ci fa ridere da morire ma non credo alla sua promessa di andare domani a lasciare anche quelli oltre alla bellissima barba che giace scomposta nel bidone del barbiere! Un vecchio amico di Vanni,Claudio, l’ennesimo romagnolo sottrattosi una decina di anni fa alle angherie della società occidentale, ci invita a cena in un bel posticino gestito da un siculo-toscano magro come un chiodo. E’ accompagnato dalla sua ultima moglie, Maria, cubana, di 23 anni più giovane di lui e che non capisce nulla dell’italiano che le propiniamo per tutta la serata…la sua termina volontariamente con una fuga in auto mentre noi ancora seduti al tavolo ci divertiamo a parlare confrontandoci sulle esperienze recenti e non, sulle scelte, le difficoltà…insomma per noi tre italiani è davvero una bella serata. Questi fuggitivi dimostrano una disponibilità infinita nel confronto con chi invece anche solo apparentemente è rimasto in patria . Risaliti in auto, Maria ostenta un bel muso per tutto il viaggio di ritorno in hotel..non so come farà ad affrontare la serata di domani che ci vedrà ospiti a casa loro…per di più armati delle 5000 fotografie del viaggio!

26 Maggio 2006

SAN JOSE’ DI COSTA RICA

Quando sentiamo squillare il telefono è già mezzogiorno … Claudio da un luogo imprecisato di San Josè ci chiede a che ora siamo disponibili per trasferirci da lui…oltre ad aver provveduto con calamari e gamberoni per la cena, ha fatto preparare per noi la camera degli ospiti, che cordialmente rifiutiamo. La nostra privacy è sacra e in fondo questa camera d’albergo ci offre tutti i comfort di cui abbiamo bisogno, aggiungiamo anche il fatto che non rinunceremmo mai alla nostra consolidata libertà ed otteniamo il risultato di queste frasi di diniego che automaticamente escono dalle mie labbra. Ci accordiamo per le 4 del pomeriggio, Claudio carinissimo verrà a prenderci in hotel. Vanni si defila con Carolina per un lavaggio rapido ed un salto in dogana per capire se è vero che il permesso di entrata vale solo tre mesi, come Claudio aveva accennato ieri, io vado verso il centro a piedi…ho in programma l’ennesimo Museo dell’Oro. L’opinione che già mi ero fatta la prima sera arrivando non migliora, questa città proprio non ha nulla di così piacevole da meritare una sosta se non tecnica. Mi perdo tra i numerosi reperti archeologici d’oro, sono bellissimi ed originali nelle loro espressioni antropomorfe, vedo anche un pendente a forma di lucertola molto assomigliante alla nostra, presa dal tombarolo a San Augustin. Ma qui l’originalità si spinge ben oltre la descrizione degli animali già visti in altri musei analoghi, il pipistrello, l’aragosta, il ragno e tante altre news luccicano nelle teche su velluto nero. Le vorrei tutte nel mio beauty..assieme alle altre, il mio pensiero va a quella bellona di Eva Kant , nei cui panni vorrei calarmi per mettere a punto questa notte un furto perfetto. Ma il solo distogliere lo sguardo da quelle bellezze mi riporta alla mia realtà ed esco poco dopo con un libro della Fundacion Museos Banco Central come unico bottino. L’ottocentesco teatro nazionale è così vicino da necessitare una sosta, prima di tutto alla sua caffetteria anch’essa arredata in stile neoclassico, poi al teatro vero e proprio che trovo sinceramente molto bello con le sue dorature ed i velluti rossi. Ma iella, mentre sto salendo le scale che portano al foyer mi si rompe un sandalo cosa che mi costringe a proseguire scalza e poco dopo a rientrare in taxi in hotel, ma sono già quasi le quattro e Vanni è già nella hall impegnato a cercare un volo in internet. Claudio purtroppo aveva ragione, la macchina non può rimanere in costa rica oltre la data riportata sul foglio di ingresso, nel nostro caso non oltre i 30 giorni richiesti da noi in frontiera…un non senso per noi tornare qui così presto! Si apre un dilemma da cui solo Claudio riesce a farci uscire con una ulteriore informazione..l’auto può essere depositata presso un garage governativo per tutto il tempo che vogliamo, dovremo informarci dei costi relativi. Claudio arriva puntuale come sempre ed infinitamente gentile e protettivo, ci spiega che Maria è desolata della sua figuretta di ieri sera ma per la prima volta da quando è arrivata a San Jose ha sofferto di mancanza di attenzioni da parte di Claudio e così va da sé la sua crisi è stata automatica. Arriviamo nella casa in stile altoatesino procedendo per un groviglio di strade, ad accoglierci due bellissimi bassotti, Valentina con la sua piccola Sofia e Maria decisamente ospitale e sorridente che ci accoglie con un caldo abbraccio. Il loro calore è avvolgente e in pochi minuti ci sentiamo come a casa, vediamo qualche nostra foto, ascoltiamo musica, Claudio ci fa vedere su mia richiesta le tele che importa da Cuba per lavoro. Un’ astratto che contiene tutto ciò che mi piace in un quadro, colori, lettere..mi affascina, è di Pango un pittore cubano che nonostante i suoi 35 anni, gode già di un invidiabile curriculum tra l’altro invitato anche all’ultima biennale di Venezia. LO VOGLIO! Vanni amorevole non oppone la minima resistenza…ed è già nostro, arrotolato in un angolo del soggiorno nel quale stanno per arrivare gli spaghetti al pesce, fumanti ed ottimi. Alle 9 siamo già tutti distrutti, richiede energie socializzare per 5 ore con persone sconosciute, e Sofia per quanto buona ha pur sempre la tranquillità di una bambina di due anni. Quando usciamo, per rientrare in hotel, penso a quanto siano belle queste persone, alla loro generosità nel dare, alla loro necessità di socializzare con chi rappresenta la loro nostalgia verso una patria lontana, che per quanto abbandonata per scelta, rimane come un’eco nel fondo dei loro cuori.

27 Maggio 2006

SAN JOSE’ – MONTEZUMA

Una breve sosta in banca per gli 800 USD del saldo della tela, poi un ultimo saluto a Claudio & C.
La meta di oggi sono le terme Tabacon del vulcano Arenal. Claudio ci aveva caldamente consigliato l’hotel omonimo con accesso diretto alle terme. Dopo almeno tre ore di viaggio attraverso le nuvole e la pioggia arriviamo spompati e con quella punta di sofferenza metereopatica che rappresenta per entrambi una costante, al mega hotel Tabacon che però è full…e le terme vediamo stipate di gente. La decisione è unanime ed immediata…si prosegue verso Montezuma!…traghettiamo ed eccoci alle prese con l’ennesima strada a colabrodo che ci costringe a sostare per la notte all’ all inclusive Barcelò dove ci sorbiamo lo spettacolino di ballerine brasiliane molto seguito dall’omogeneo pubblico dei clienti Barcelò e tollerato da noi solo grazie al whisky che, compreso nel prezzo, ci sorbiamo. Mentre rientriamo in camera pensiamo che da molto tempo non vedevamo una tale concentrazione di brutta gente, ma davvero triste. Andiamo a letto distrutti dopo una sfida all’ultimo sangue a backgammon e due risate, tramortiti anche dall’odore di muffa e ammoniaca della nostra camera, anch’esso compreso nel prezzo!

28 Maggio 2006

MONTEZUMA

Vanni ronfa ancora quando io già mi sollazzo al buffet delle innumerevoli delizie disposte a piramide sul mio piattino. La vista di questo zoo umano alla luce del sole è ancora più deprimente, all’unanimità decidiamo di partire per la destinazione finale di Montezuma che fa capolino tra le montagne della costa a soli 20 km da noi. Poche le case, la spiaggia nera è circondata da scogli appuntiti. Vedo Vanni un po’ agitato dai ricordi di qualche anno fa…in fondo è un gran sentimentalone! Immediata parte la ricerca dei suoi vecchi amici ed i primi nell’elenco sono Francesca e Ivan, due simpatici italiani che a giudicare dall’entusiasmo, conservano di lui un bellissimo ricordo .- Ci rechiamo all’ hotel Jardin per salutare Fabrizio e Alejandra ma non ci sono, allora prenoto la cabinas n° 10 dove ho soggiornato per alcuni mesi, è libera ne sono felice , faro’ vedere ad Ale il posto a lungo descrittole con molta dovizia di particolari nei lunghi racconti europei.
Alle 6 pm, quando scendiamo dalla n°10 sono tutti li ad aspettarlo, sulla strada davanti alla reception non manca nessuno al rendez-vous di benvenuto. Sono tutti così diversi…Enrico detto Quindi fuma una canna, Ivan e sua moglie Francesca ex danzatrice ed arredatrice d’interni aspiranti alla perfezione familiare ed imprenditoriale, Alejandra, bellissima costaricenia nonché proprietaria assieme all’ex br Fabrizio dell’ hotel Jardin dove risediamo, sembra uscita da una tela di Gauguin, Michele, del gruppo dei leccesi come anche Francesca e Fabrizio possiede tutte le rotondità di chi ha vissuto dei piaceri della vita oltre che della buona tavola e sfoggia un buon umore quasi goliardico per tutta la serata. Maurizio il veneziano si defila quasi subito tutto occupato ad inseguire la sua recente libertà di separato di fatto dal matrimonio con Barbara anch’essa veneziana ed ancora ahimè innamorata di Maurizio. Arriva poi una simpatica e magrissima Jennifer, francese trasferitasi da Milano dove certamente era modella per qualche agenzia legata alla moda, simpatica e di ottimo umore. Vanni lancia un invito a cena al quale aderiscono in cinque, si va al Coconaco un bel localino sul mare dove la buona cucina accompagna i racconti di ognuno e le risate legate ai ricordi del passato lungo soggiorno qui a Montezuma di Vanni che è palesemente felicissimo di aver ritrovato la complicità ed il calore dei suoi vecchi amici. La serata prosegue nella terrazza di Alejandra, di qualche metro più a valle della nostra e molto ben congegnata per l’ atmosfera calda e soffusa che riesce a creare. Arriva dopo poco anche Maurizio il fuggitivo, è un tenerone con crisi di coscienza nei confronti della moglie alla quale sembra voler un gran bene…ma non più innamorato di lei. In fondo la sua decisione lo salverà da anni di tormento e di terapie psicanalitiche..bravo Michele! Ha ceduto la sua pizzeria qualche anno fa ed ora fa parte di una band che suona nei vari localini della zona. Ci invita ad andare mercoledì sera ad ascoltarlo, come un sedicenne inizia a citare i testi di alcuni brani composti da uno della band, sono i fraseggi più sottilmente erotici, le più romantiche espressioni della band.
Guardo Alejandra con curiosità, la sua bellezza esotica mi affascina almeno quanto la sua enigmaticità, la sua cortesia mi suona formale, il suo sguardo a volte duro sembra negare la dolcezza delle cose che dice..

29 Maggio 2006

MONTEZUMA

Arrivando a Montezuma abbiamo lasciato alle spalle il maltempo sistematico della costa pacifica per godere del clima più mite anche se molto umido di questo angolo di paradiso che scarica solo la notte gli inevitabili acquazzoni stagionali. Siamo come a casa qui alla 10, ci sono familiari questa fantastica vista mare, la veranda di legno,la zanzariera sul letto, la vegetazione rigogliosa che ci circonda ed il suono costante delle onde dell’oceano che si rifrangono ad un centinaio di metri da noi. Santa Lucia, Diani, Fontane bianche, Puerto Lopez, questi elementi ci accompagnano come un filo rosso nelle recenti esperienze di vita insieme. La giornata scorre lenta , dopo una breve colazione da Nesh, cocainomane di vecchia data, non facciamo quasi nulla se non andare in spiaggia nelle prime ore del pomeriggio per un bagno tra le onde forti dell’oceano. Poi una breve passeggiata tra le poche case del paese i cui piani terra sono occupati da negozietti ed uffici di turismo che propongono escursioni in barca nelle isole vicine. Bancherelle espongono le produzioni artigianali dei tanti rasta che popolano la zona, mentre per strada vediamo soprattutto giovani europei e nord americani sfoggiare sorrisi e cordialità da tutti i pori. In questo paese dei balocchi c’è anche il matto del villaggio che trascorre le sue giornate inveendo contro i suoi fantasmi, con la sua voce resa roca dall’alcool, e citando qua e là qualche salmo della bibbia.
Accettiamo l’invito di Francesca ed Ivan per la cena dove arriviamo verso le 8 pm. dopo aver bevuto un aperitivo in un localino sulla spiaggia. La loro casa è li a due passi da noi, anch’essa sulla spiaggia, colorata e mediterranea ci accoglie con le sue amache nella veranda ed un grande kikoyo giallo sul tavolo di legno scuro. Francesca è al piano di sopra con le due bambine mentre Ivan ai fornelli ci mostra i cartocci che contengono i pesci dorados che mangeremo.
Nel corso della piacevole serata si finisce col parlare di Maurizio e Barbara come simbolo delle tante coppie scoppiate negli ultimi anni qui a Montezuma, quasi ad introdurre il fatto che loro invece no, sono immuni da scoppi e solidali nel loro progetto di avere successo per loro e per le loro bellissime figlie di sei e tre anni, Giulia ed Eva Luna. Ci raccontano dei loro progetti, della nuova casa in costruzione in stile rustico inglese, dell’architetto che ne sta seguendo i lavori, del loro eventuale necessario trasferimento negli stati uniti quando le bimbe già grandi avranno bisogno di avere scuole adatte per proseguire i loro studi, dell’inevitabilità della droga qui a Montezuma, e del furto la notte scorsa proprio qui nella loro casa, mentre dormivano, neo imperdonabile nella perfezione della loro esistenza.

30 Maggio 2006

MONTEZUMA

Il telefono che suona alle 7.30 attraversa come una ferita la tranquillità del nostro sonno, mentre Vanni si precipita realizzo che non si tratta della sveglia che suonerà tra un’ora esatta per l’escursione all’isola Tortuga. Ci accompagnano su una lancia i dipendenti di Ivan. A prua cinque giovani americane ed una coppia di giovani inglesi, mentre noi a poppa affondiamo nel solco profondo del mare creato dalla velocità di questo Suzuki 150 lanciato a tutta birra. Arriviamo sull’isola approdando alla bianca spiaggia cui fa da sfondo un fitto e alto palmeto. Lo snorkeling ci da grandi soddisfazioni come anche il buonissimo Marlin in umido che ci viene servito poco dopo su una larga foglia verde all’ombra della tettoia di legno costruita in stile naufrago con qualche asse di legno e foglie di palma. Il cocinero fratello dello skipper aveva viaggiato con noi sulla lancia portando con sé tutto ciò di cui aveva bisogno per il pranzo. Lo scarichiamo a terra e proseguiamo per l’ agognato snorkeling verso un piccolissimo atollo dove il mondo marino ci appare in tutta la sua immensità di specie , misure, colori, forme di vita che popolano questo tratto di mare. – Dopo una breve nuotata ed aver goduto di questa meravigliosa vista, rientro in barca non senza qualche difficoltà di salita. Pennichella dopo pranzo poi socializziamo con uno strano cinghialotto con cui giochiamo divertiti… lui ci guardava come per suggerirci qualcosa e noi eseguivamo, ricoprendolo di sabbia. A proposito di animali mi sembra di aver visto Vamos la cagna con cui aveva socializzato Gaia quando era venuta a trovarmi, sei anno fa, ma forse è solo un ricordo indotto scaturito dalla sua mancanza! Reimbarcatici sul nostro gozzo a tutta forza ci dirigiamo alla baia dei delfini, si chiama così per la loro presenza massiccia qui, a branchi di tre quattro saltellano atletici e felici trasferendoci quell’ energia di libertà e spensieratezza da cui attingiamo a piene mani, ma i momenti migliori devono ancora arrivare. Dopo una doccia, non ricordo il motivo, scendo incerto i gradini. La sveglia, si la sveglia che riporta dal mondo dei sogni, tutti i giorni, migliaia miliardi di persone alla crudele realtà dell’ essere! Dicevamo, arrivo in paese e incontro ancora Wolf ex ragazzo di Roberta e altre, trasferitosi qui in pianta stabile. Condividiamo una birra e poco altro mentre all’improvviso mi assale la sindrome dell’ignoranza linguistica vedendolo chiacchierare in almeno tre idiomi diversi con i suoi amici. Fuggo via dall’ Ale per una carezza di calda consolazione. Ma il mio umore è ormai compromesso e finisco col tediare la mia amata rosa con un fondo di tristezza che solo l’oblio del sonno potrà cancellare.

31 Maggio 2006

MONTEZUMA

Alle 11 la colazione è in veranda, con tè caldo, e mango appena tagliato dalla cui polpa si sprigionano fragranze della pesca e noce moscata. Arrivano curiosi un paio di scoiattoli dalla lunga coda bianca e nera ci osservano mangiare. Rientro da una breve sosta all’internet point e trovo Vanni a conversare con Maruska, la donna di servizio di 6 anni fa. Il pomeriggio trascorre nella molle inerzia di questo caldo umido paralizzante, Non facciamo quasi nulla fino alle quattro quando con Carolina affrontiamo i 12 km sterrati che ci condurranno al tramonto sul mare di Mal Pays. Arrivati in fondo alla stradina entriamo in un baretto che si affaccia sulla baia quasi cancellata dalle grandi onde dell’oceano che attirano qui i surfisti più esperti. L’incanto di questa baia ci conquista anche se il cielo nuvoloso lascia appena intravedere qualche striatura rosa verso Ovest. Nel tavolo vicino un europeo ubriaco consuma la sua cena seduto nel tavolino accanto in compagnia di una vecchia cagna dalle mammelle gonfie di latte. La luce è quasi del tutto scomparsa quando riusciamo ancora a vedere due coraggiosi surfisti cavalcare instancabili quel mare diventato ora plumbeo…che coraggio!
Quando ormai un buio pesto avvolge Mal pays, percorriamo la strada a ritroso per andare all’appuntamento con Maurizio che questa sera suonerà con la sua band al Bahia Ballena, un localino tipo balera sul mare dove un mediocre buffet a base di carne e verdure con mosche in salamoia è tutto ciò che passa il convento…mentre la Band strimpella qualche accordo di prova osserviamo la cameriera Irene che sembra russa ma che ostenta una nazionalità statunitense…come se non ci fosse da vergognarsi più di quest’ultima che della prima! Poi la serata decolla adeguandosi al ritmo rock-caraibico della musica che i pochi ascoltano …solo una coppia di hippy incanutiti dall’età accenna qualche movimento lento, come seguendo un’onda immaginaria. Noi a turno voliamo in bagno a consumare il regalino che Maurizio nel frattempo ha fatto a Vanni..la migliore che abbia mai sentito! Poi l’amore nella nostra n°10 e l’oblio di un sonno senza sogni.

01 Maggio 2006

MONTEZUMA – SAN JOSE’

Ormai è deciso, si rientra in Italia appena possibile, ma la partenza da Montezuma ce la concediamo all’insegna di una lentezza da bradipi. Ci dispiace lasciare questa nostra casetta di legno dalla quale abbiamo dominato per giorni tutto il paese ….e l’ angolo di mare qui di fronte. Dilatiamo il più possibile questo tempo apparentemente limitato, ponendo tra l’ora ed il poi una serie di commissioni necessarie Passeggiamo tra la lavanderia e la pizzeria e poi i saluti agli amici . Riusciamo a perdere il traghetto da Pachera delle 14.30, ma poco importa, in fondo l’abbiamo voluto. Incontriamo anche Ivan e Francesca che hanno perso lo stesso traghetto per mancanza di posti auto a bordo, reduci da un Pargo fritto alla marisqueria qui vicino. Un secondo tramonto mozzafiato ci stupisce con effetti speciali dalla coperta del traghetto, mentre una deliziosa brezza compensa il caldo della giornata…insomma arriviamo all’immancabile Best western di San Jose dopo le 8 pm, stanchi riusciamo ad arrivare solo al Danny’s all’angolo per divorare alcune delle pietanze fritte pesantissime del menu. Domani si torna in Italia.


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