19 Gennaio 2009

ZINDER – TAKIETA – KANO

Lasciamo con piacere Zinder per immergerci nel sempre più offuscato paesaggio saheliano del quale oggi vediamo solo la strada che stiamo percorrendo. A Takieta deviamo verso sud e dopo aver superato la cittadina di Matameye raggiungiamo in breve tempo la frontiera nigerina. Per fortuna la strada è perfetta anche in territorio nigeriano e così, dopo aver sbrigato le prolisse procedure burocratiche in ingresso, dove tra le altre cose ci hanno persino chiesto la vaccinazione per la febbre gialla, scendiamo spediti verso la città di Kano. Mentre lungo la strada ripensiamo alla inattesa gentilezza degli impiegati della dogana, rimaniamo stupiti per il look dei vigili urbani che vediamo a regolare il traffico negli incroci delle cittadine che incrociamo….. notiamo le loro divise impeccabili ed i guanti bianchi. Le strade larghe e dal manto perfettamente tenuto sono presidiate da molti posti di blocco della polizia e da un corpo speciale per la sicurezza, tutti riconoscibili per le diverse uniformi che indossano….altro che il Niger….nella tormentata Nigeria finiamo col sentirci più al sicuro che altrove e lusingati dalla cortesia delle forze dell’ordine che in un paio di occasioni ci fermano per controllare se abbiamo il triangolo, simbolo di civiltà, ma che poi si accontentano di vedere l’estintore….più a portata di mano. Finalmente poi sulle strade circola qualche auto e così non ci sentiamo mai troppo soli ad affrontare il polverone che anche qui offusca il paesaggio. Avvicinandoci alla città di Kano il numero di distributori aumenta sensibilmente così come il traffico automobilistico che ci inghiotte all’ingresso in città. L’hotel che abbiamo scelto è dalla parte opposta della città caoticissima…..vediamo anche un brutto incidente in diretta davanti a noi…..quindi chiediamo indicazioni ad un vigile urbano che, per aiutarci nella missione impossibile di raggiungerlo, ferma un moto taxi e dandogli indicazioni in lingua araba ci affida a lui., scrivendo su un foglietto il compenso che dovremo dargli per il servizio….150 Naira, ovvero meno di un euro. Essendo capitati in una regione islamica integralista la cui popolazione si è formata nelle scuole coraniche, quasi nessuno conosce altra lingua che non l’arabo….ed anche noi non siamo poi così padroni della lingua inglese….per fortuna i vigili urbani riescono a fare da trait d’union tra noi ed i locali. Seguiamo il moto taxi tra il traffico selvaggio della città, immersi nello smog che ci cola amaro in gola ogni volta che deglutiamo. La cosa sconvolgente che salta subito agli occhi è l’uso dei bastoni di legno che fanno i vigili urbani mentre regolano il traffico negli incroci….. prendono a randellate i motociclisti che non si fermano alla loro alzata di braccio che precede il segnale di stop, con una violenza da farli rotolare a terra! Dopo diversi chilometri il nostro moto taxi si ferma ad un comando di polizia…..chiede informazioni perché non sa come proseguire per raggiungere l’hotel Prince. Un poliziotto si avvicina e ci spiega in inglese che ora saranno due per noi le moto da seguire. Quando finalmente arriviamo al Prince Hotel il ragazzo dinoccolato di servizio alla reception mi dice che non ci sono camere disponibili…..vorrei morire! L’idea di tornare nel caos cittadino ci fa rabbrividire ed il ragazzo maltese, fermo in attesa delle sue chiavi, ci consiglia di insistere perché in città non ci sono alternative valide. Quando Vanni mi raggiunge ecco che spunta l’unica camera libera….la suite presidenziale, ad un costo di 60.000 Naira, ovvero 300 € a notte. Una follia che però Vanni accetta senza esitare….deve essere rimasto particolarmente colpito dal caos cittadino! La suite comprende, oltre all’ampia camera con bagno, un salone con divani di pelle nera, un tinello con annessa cucina ed un bagno di servizio. Occupa il piano terra di una palazzina immersa in un giardino….ma l’accesso dal soggiorno alla tettoia ombreggiata è impedito dal blocco delle porte finestre. Tutto sommato l’arredo è dozzinale, ma almeno non staremo stretti! Crolliamo sui divani per una sigaretta in relax poi andiamo alla reception per cambiare qualche euro al cambio sfavorevolissimo dell’hotel….accettiamo anche questa….siamo così stanchi! Dopo un’oretta usciamo alla scoperta della città. Tranquillamente seduti sul taxi dell’hotel raggiungiamo un paio di musei che ci incuriosiscono più che per il loro contenuto, per gli edifici in stile Hausa che li ospitano. Il Gidan Dan Hausa che unisce gli stili architettonici arabo ed hausa, ed il Gidan Makama Museum in parte ricostruito sull’antico palazzo di un emiro, sempre in stile tradizionale hausa. Si tratta di due edifici notevoli, ma preferivo i colori accesi delle decorazioni hausa su fondo bianco di Zinder, decisamente più veraci ed inserite nel bel contesto del centro storico tutto realizzato in banco. All’interno del museo, in una sorta di piazzetta adibita agli spettacoli, è in atto una danza tradizionale che vediamo accompagnata dalla musica di tre strumenti….due tamburi ed uno strumento costituito da piastre di legno circolari, di dimensioni decrescenti, inserite in un bastone di legno che agitato le fa “suonare”. Dopo la danza un paio di attori si esibiscono in alcune scenette di varietà. Ceniamo in hotel, nel ristorante che, a giudicare dalla carta dei vini, rappresenta un porto franco per chi voglia fuggire dall’integralismo cittadino. Insomma una sharia dalle maglie larghe questa di Kano, almeno per gli ospiti stranieri in visita dei quali si è disposti a tollerare le personali abitudini. Certo il manganello sulla schiena di chi non rispetta le regole stradali è decisamente forte, ma questa Nigeria sembra il luogo delle contraddizioni….prima fra tutte quella che vedeva il Biafra alla fame da un lato ed i milioni di dollari nei conti svizzeri dei suoi governanti dall’altro.

20 Gennaio 2009

KANO – MAIDUGURI

Lasciamo il Prince Hotel e conquistiamo a fatica la strada che spingendosi verso Est ci avvicinerà al confine del Camerun….. il nostro obiettivo finale di questo secondo viaggio in Africa. Non prendiamo un taxi per non spendere le 1.500 Naira che l’autista ci chiedeva….circa 8 €…..che non è una gran cifra, ma sono fin troppi per noi che ormai soffriamo ormai della sindrome dei rapinati. Dopo l’ennesimo cambio sfavorevole in hotel nel quale perdiamo un 10% sul cambio ufficiale,  i 300 € per la camera ed i 50 € della cena, va da sé che oggi siamo un pò incattiviti……dimenticavo la commissione del 6% che l’hotel aveva chiesto a Vanni per l’uso della carta di credito su un importo in dollari già di per sé sfavorevole! Insomma partiamo e nel perderci azzecchiamo la strada giusta…..ma nella direzione sbagliata come scopriamo gesticolando e mostrando la mappa ad un distributore. Sale con noi un ragazzo che non dice una parola in inglese, ma che conosce la strada, ci rassicura il gestore della pompa senza carburante. Il ragazzino ha evidentemente voglia di farsi un giretto in auto perché non solo ci conduce fuori città, ma rimane con noi fino a Wudil, a 30 km da Kano. Alla fine ci fa capire che 500 Naria non gli bastano per il ritorno e così ne sganciamo 1.000, risparmiando ben 3 € sul taxi dell’hotel che non abbiamo preso per tirchieria. Riconquisto finalmente il mio posto in prima fila e andiamo sulla strada che il nostro Gps non ha in mappa…..sembra nuova, ed in effetti dopo qualche decina di chilometri vediamo il cantiere sulla carreggiata parallela alla nostra. Piccoli villaggi, cittadine, asfalto più o meno in buone condizioni, taxi brousse che sfrecciano carichi di corpi lungo la strada. Un paio di posti di blocco nei quali siamo costretti a fermarci per un controllo documenti…..il viaggio procede senza particolari intoppi fino ad una quarantina di chilometri da Damaturu, quando sentiamo Gazelle emettere un rumore sinistro. Andiamo ancora avanti fino a raggiungere la cittadina dove ci fermiamo in prossimità di una tettoia di bastoni di legno che sembra ospitare un meccanico.  E’ li che conosciamo Rahmi, un ragazzo libanese che parla inglese e che gestisce qualche giovane nigeriano dell’officina a cielo aperto. Mentre Vanni estrae dal sedile posteriore un mazzo considerevole di cinghie, Rahmi dà qualche ordine e poi si ferma a fare due chiacchiere con me e separatamente con Vanni che controlla assiduamente i lavori. Tanto per cambiare Rahmi si lamenta della sua vita di emigrante….è qui da cinque anni per lavorare perché deve mantenere la sua famiglia, ovvero sei sorelle, madre e padre disoccupati. E’ tutta colpa degli israeliani….dice… che hanno quasi raso al suolo il suo villaggio anni fa. Dice che Hitler ha fatto bene a sterminare gli ebrei, ma poi hanno fatto male gli europei a decidere di mandare i sopravvissuti in Israele….cioè a casa loro. Si chiede anche come facciano gli europei cattolici a difendere i responsabili della crocifissione di Gesù Cristo. Dopo aver subito la filippica a denti stretti finalmente Vanni sale a bordo dopo aver ringraziato Rahmi per il lavoro per il quale non ha voluto compensi…..io mi chiedo invece se ho la faccia dell’assistente sociale!…..perché tutti quelli con i quali ho avuto occasione di parlare si sono prima o poi lamentati di qualcosa. proseguendo verso l’obiettivo, ancora a 160 km di distanza, ecco che ci ferma ancora la polizia stradale e questa volta abbiamo il nostro battesimo….nel senso che è nota la corruzione delle forze dell’ordine nigeriane, ma nessuno finora ci aveva mai fatto richiesta di nulla. Quest’ultimo gruppetto invece, dopo aver controllato i documenti, con un bel sorriso sulle labbra, in modo simpatico chiedono se abbiamo un regalino per loro…..Vanni allunga 500 Naira, l’equivalente di tre euro, e loro ringraziano felici. Il viaggio di oggi, che sembra infinito, termina alle 17 con il nostro arrivo all’hotel Lake Chad di Maiduguri, dopo quasi nove ore di viaggio. Siamo così stremati che quasi non escono le parole per la richiesta della camera…..per di più in inglese.  Mohamed, il ragazzo della reception mi accompagna al primo piano dove sono più che mai evidenti i lavori di ristrutturazione ancora in corso. La manager, una simpatica ed energica signora in abiti tradizionali, mi mostra un paio di camere ancora da pulire, e mi garantisce che in 15 minuti avremo la nostra 409 pronta. Aspettiamo nella hall che il miraggio di una doccia diventi realtà poi dopo una mezz’ora Mohamed ci accompagna a vedere una dependance lussuosissima che ci viene offerta per la stessa modica cifra di 11.500 Naira …..anche questa notte dormiremo nella bella suite dell’hotel, siamo fortunati! La stessa signora Bello, la manager, cucina per noi, nella cucina ancora solo abbozzata dell’hotel in divenire. La cenetta è un pò scarsa ma condita con una salsa alla cipolla della quale andiamo matti e che la signora Bello mi spiega come fare…..come una vera massaia orgogliosa dei propri manicaretti.

Salsa di cipolle:

cipolle

brodo di carne

cornflakes polverizzati

salsa di pomodoro

olio, timo, curry e sale

saltare la cipolla tagliata a fettine, aggiungere la salsa di pomodoro, i kornflakes, il brodo e gli aromi. Cuocere 15 minuti prima di servire calda.


Menù delle città

Percorso della tappa

Fotografie
Stai leggendo: Viaggio in Africa

Cambia Tappa

01 Francia

Africa

02 Spagna

Africa

03 Marocco

Africa

04 Mauritania

Africa

05 Senegal

Africa

06 Mali

Africa

07 Mali

Africa

08 Burkina Faso

Africa

09 Togo

Africa